Nel confronto con una vacanza che usa l'auto per spostarsi e l'hotel per soggiornare, la vacanza in camper genera:
- 30% di impatto in meno sul cambiamento climatico;
- 36% di impatto in meno sul consumo di risorse naturali;
- 27% in meno sul consumo di acqua.
Sono i risultati dell'Indagine sull'impatto ambientale della vacanza in camper presentata da Fabio Iraldo, Professore dell'Istituto Sant'Anna, e promossa dalla Caravanbacci.
Negli ultimi anni, l'interesse per il turismo all'aria aperta è cresciuto moltissimo, per bisogni di libertà e sicurezza. Per questo è stato necessario uno studio che fotografasse il settore allo stato attuale. Per calcolare l’impronta ambientale della vacanza in camper e capire chi è il camperturista, quanto spende e qual è l’impatto economico della sua vacanza sul territorio che visita.
È importante indirizzare il turista verso vacanze a minor impatto ambientale, come quella in camper.
Quanto inquina una vacanza in camper?
Meno di altre. I risultati confermano che il turismo itinerante in camper rappresenta un'alternativa a basso impatto ambientale rispetto alla vacanza in auto e hotel in quasi in tutti i suoi aspetti e che, inoltre, la vacanza in camper genera fatturato e valore per il territorio che visita.
Su 13 giorni di vacanza in camper, si consumano in media 9 pasti fuori dal camper e nel 97% dei casi, il camperturista preferisce ristoranti di cucina tradizionale locale, contribuendo così a mantenere vivo il legame tra prodotti tipici e territorio.
Inoltre, il camperturista parte nel 72% dei casi per visitare l'Italia, in particolare piccoli borghi e luoghi nascosti, perché va alla ricerca di strade meno battute e delle eccellenze del territorio.
Quanto spende un camperista?
Uno dei dati più interessanti per l'economia locale: la spesa media di un camperturista ammonta a 97,80 Euro. Un risultato che mostra che un viaggio in camper è una vera e propria alternativa turistica che aumenta la ricettività del turismo tradizionale e genera fatturato e benefici per il territorio a fronte di un minor impatto ambientale.
La metodologia
Perché questo studio è più attendibile di tanti altri condotti in passato? Perché, diversamente da altre indagini, per le quali si è chiesto al cliente di fornire delle stime; per questa indagine è stato chiesto ai camperisti di produrre dei veri e propri diari di bordo, tramite i quali è stato possibile raccogliere dati reali di prima mano.
La quantità di dati raccolti raggiunge e supera quella richiesta per la pubblicazione scientifica. 9 mesi di indagini, 1958 questionari (quattro volte superiori al numero minimo necessario per raggiungere il campione significativo) e una metodologia promossa anche dalla commissione europea che analizza tutto il ciclo di vita del fenomeno; per esempio non considerando solo le emissioni di co2 del mezzo, ma tutto ciò che comporta lo svolgimento delle attività che compongono la vacanza.
L'innovazione è altissima e per questo dobbiamo ringraziare il Professor Fabio Iraldo, la società Ergo, spin off dell'Istituto Sant'Anna di Pisa, e soprattutto la Caravanbacci, che hanno reso possibile la raccolta, l'analisi e la presentazione di questi dati.
Progetto Aree di Sosta dell'APC
Come rispondere alle esigenze di crescita di questo settore? È presto detto. Le aree di sosta sono un elemento fondamentale per la diffusione del Turismo in Libertà. È ora disponibile una guida alla progettazione, uno strumento utile e pratico che APC - l'associazione produttori caravan e camper - mette a disposizione di chiunque voglia diventare un imprenditore nel settore del turismo in libertà.